Cicatrici otoplastica

Per quanto riguarda le cicatrici otoplastica ovviamente ci si chiede se sono visibili alla fine dell’intervento che riguarda le orecchie. La risposta degli esperti è che comunque solitamente sono minime, e sono posizionate in maniera strategica, proprio per andare a tutelare l’aspetto estetico di chi ha scelto coraggiosamente di sottoporsi a questa operazione.

 Per quanto riguarda quest’ultima ricordiamo che in genere le incisioni verranno eseguite nella piega naturale dell’orecchio, oppure dietro, proprio per garantire che le cicatrici non siano così visibili all’esterno. Però sarà importante l’attenzione ai dettagli sia durante l’intervento che dopo, perché solo così si può minimizzare la visibilità di quella cicatrice. Per quanto riguarda il decorso post operatorio di questo intervento di otoplastica diciamo che varia da paziente a paziente. Però di solito una persona nei primi giorni potrebbe sperimentare qualche disagio, qualche dolorino e un po’ di gonfiore, ma niente di così particolare. Secondo gli esperti utilizzare un bendaggio complessivo può essere utile perché consentirà di mantenere la forma corretta delle orecchie durante la guarigione, fermo restando che sarà importante seguire le istruzioni del chirurgo il quale potrebbe raccomandare il riposo limitando certe attività sportive lavorative, soprattutto per il primo mese. Per esempio uno dei consigli che darà è quello di non lavarsi i capelli nei primi giorni dopo l’intervento, proprio perché bisogna proteggere sia le orecchie che le cicatrici, tenendo presente che le istruzioni e i consigli del chirurgo, possono cambiare in base proprio alla singola situazione. Sarà importante quindi seguire tutto alla lettera, mentre per quanto riguarda gli occhiali si potranno utilizzare in maniera graduale dopo che sarà rimosso il bendaggio complessivo. Questa è una cosa che accade quasi sempre dopo i primi 7 giorni. In ogni caso per chi non lo sapesse l’otoplastica è un intervento chirurgico molto importante, nonché efficace che va a correggere i difetti delle orecchie, migliorando quindi l’autostima delle persone che per tanti anni magari hanno convissuto con questo disagio relativo a quest’ inestetismo. Decidere di operarsi deve essere una cosa consapevole basata su considerazioni personali e sulla consulenza col chirurgo  Altri particolari sull’otoplastica L’otoplastica quindi nasce con lo scopo di correggere le deformità delle orecchie che vengono chiamate nel gergo comune a sventola, cercando di migliorare la forma ma anche l’attaccatura delle orecchie e le dimensioni, contribuendo a migliorare notevolmente la fiducia in sé stessi. Si può pensare a questo intervento soprattutto il momento in cui le orecchie risultano sproporzionate, causando disagio sia sociale che psicologico. Sembrerà strano, ma molto spesso a questo tipo di intervento si sottopongono le persone adulte che hanno subito bullismo per questo difetto, e che nella loro vita spesso hanno evitato interazioni sociali.

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La chirurgia dell’orecchio esterno interviene sia sulle vere e proprie malattie del padiglione auricolare che sugli eventuali difetti estetici dell’orecchio esterno.
Il cosiddetto “orecchio a sventola” è presente sin dalla nascita. Questa particolare forma dell’orecchio è da attribuire a una malformazione della cartilagine che, non piegandosi formando così una sorta di conca, rimane dritta e piatta. Il difetto non è soltanto congenito ma anche ereditario: per averne prova basti osservare l’incidenza di soggetti con orecchie di questo tipo nello stesso ambito famigliare.
Il problema delle orecchie “a sventola” resta comunque confinato al solo piano estetico dato che la loro forma non interferisce in alcuna maniera con la funzionalità dell’apparato uditivo. Sul piano dell’immagine, invece, la malformazione del padiglione auricolare può creare anche dei complessi ed in ogni caso costituisce una “stonatura” all’armonia e alla bellezza del viso. I disagi non sono inoltre proporzionali all’età: anche un bambino di pochi anni può “vergognarsi” delle proprie orecchie, magari perché canzonato con insistenza dai propri coetanei.
La correzione chirurgica delle orecchie, che fino a qualche anno fa richiedeva il ricovero ospedaliero e una lunga convalescenza, è diventata ora una questione di pochi minuti. “L’otoplastica”, riferisce uno specialista, “si realizza adesso in day hospital, consentendo il ritorno alle mura domestiche poche ore dopo l’operazione. Un vantaggio per il paziente, soprattutto se in tenera età, che non dovrà sopportare, dal punto di vista pratico ma anche psicologico, il peso di una degenza fuori casa e di un post-operatorio un tempo piuttosto doloroso.”
L’intervento è accessibile anche ai bambini di 5-6 anni: dopo quest’età, infatti, le orecchie non subiscono rilevanti modificazioni e nel contempo si possono prevenire quei comprensibili complessi legati ad un inestetismo che invita facilmente a scherzi e freddure.
Sulla questione sono concordi anche gli psicologi: meglio intervenire in età pre-scolare non solo per migliorare l’estetica ma anche per non incrinare l’immagine di sé. (Wikipedia)

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